Enoch, i Giganti e la Caduta dei Vigilanti
Molte dottrine rifiutano il Libro di Enoch, eppure i suoi contenuti sono vitali per comprendere la Genesi mosaica e le vere Origini del Male. Questo testo, apocrifo per la maggior parte delle fedi, non è un racconto da scartare, ma la narrazione più antica e dettagliata della Caduta angelica e della nascita dei Nephilim, la stirpe ibrida che ha corrotto la Terra e combattuto la Santa Stirpe di Set.
Il rifiuto istituzionale del testo, in particolare da parte della Chiesa Cattolica e di quelle Protestanti, non è casuale: la teologia di Enoch è troppo scomoda. Essa fornisce una base troppo solida all’idea che la corruzione (la concupiscenza, la natura umana corrotta) non sia nata solo da Adamo, ma dall’ibridazione angelico-bestiale che ha creato una stirpe di natura malvagia. Il testo, al contrario, è ancora oggi ritenuto canonico solo dalla Chiesa Ortodossa Etiope/Eritrea, la quale ha mantenuto viva una narrazione che per la Chiesa di Roma avrebbe “mitigato” l’orrore del peccato di Adamo, riducendo il suo peccato a semplice “lussuria umana”. Il rifiuto istituzionale, dunque, rafforza l’idea che la Verità è stata celata, perché le realtà ecclesiastiche avevano il bisogno di una dottrina semplificata e comprensibile per gli standard dell’epoca. Standard che, ovviamente, non prevedano la genetica.